Unión, [03/06/09] Due anni insieme - Special contest

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El Defe
view post Posted on 26/6/2009, 19:38




Fandom: Originale
Rating: 16 anni
Tipologia: One-shot
Lunghezza: 1.494 (Word XP)
Avvertimenti: Song-fic, Omosessualità (maschile e femminile)
Genere: Commedia, Generale
Disclaimer: è tutta roba mia. Tutta. E se la trovo smembrata altrove prendo il primo treno e vi pianto un palo nel didietro in modo da farvi quanto più male possibile, indipendentemente da quanto vi piaccia (cit.). Un po' difficile sfuggirmi, sono piuttosto tenace ^O^
Credits: i brani della canzone provengono da Speed of Sound dei Coldplay.
Note dell'Autore: A F., per il suo quarto di secolo. Perché io gioco sporco con te, da undici anni a questa parte; ma, d'altronde, non sei più innocente di me.

'Brindisi' @ [O] Due anni insieme - Special contest su Writers Arena.




Unión



How long before I get in, before it starts, before I begin?
How long before you decide, before I know what it feels like?


Si scambiano un bacio leggero, prima di uscire trionfanti dalla sala comunale, l'una reggendo l'abito dell'altra come per un tacito accordo. Graciana sorride timida, guardandosi intorno e ritrovando i volti degli amici e dei parenti più stretti, ringraziando mille e mille volte la sua fortuna di essere stata compresa e accettata; sa che, a pochi centimetri da lei, Jorgelina è altrettanto felice ed è come se potesse vedere la sua smorfia furbetta rivolgersi a tutti: si volta a tradimento, lanciando in aria il suo bouquet con una traiettoria accuratamente pianificata, e i fiori finiscono tra le braccia di Jaime tra le risate generali.
Graciana affretta il passo per cercare di scrutare il suo volto e capire cosa le frulla per la testa – Jorgelina ha sempre qualcosa per la testa, anche se passa il suo tempo a pensare come fare a nascondere al resto del mondo il lavorio del suo cervello – ma non ottiene che uno sguardo inespressivo e una parola sussurrata a fior di labbra, innocua e rivelatrice. «Emilio» sussurra, e subito Graciana si volta a guardare suo fratello, che non smette di fissare Jaime con occhi di brace, seguendo i movimenti delle sue mani che giocherellano con il mazzo di fiori di campo. Jorgelina intuisce soltanto una piccola parte del piano della sua donna – oh, si sente in buon diritto di chiamarla così, finalmente – e, con un movimento meno aggraziato ma ugualmente preciso, il suo bouquet si spiaccica sulla testa di Emilio. In un altro coro di risate.

Where to, where do I go? If you never travel you'll never know.
How long do I have to climb up on the side of this mountain of mine?


«Sei tremenda» sospira, lisciandosi le pieghe dell'abito con noncuranza e sorridendo con particolare perfidia alla zia Sarita, che continua a borbottare e a tentare inutilmente di digerire la notizia che la sua amata nipotina non si accaserà mai con il facoltoso banchiere sessantenne che le aveva procurato; d'altronde, alla zia Sarita non è mai andato giù niente, dai governi che cadono alla grandine marzolina, quindi preoccuparsi di inezie come un matrimonio normale è tutt'altro che utile per la regolarità del suo intestino. Così scaccia i pensieri raminghi dalla sua testa con un gesto secco, così come fa con la polvere ogni volta che ramazza per terra, e si decide a guardare Jorgelina, che non sta aspettando altro che un suo cenno per cominciare a rispondere. Affonda la forchetta nella polpa di un pomodorino, e sussurra «Non è colpa mia se sono due idioti» tra un boccone di salmone e l'altro; al tavolo accanto a quello delle spose, Jaime ed Emilio evitano perfino di guardarsi, imbarazzati dal loro ruolo di fratelli minori che li costringe a stare fin troppo vicini. Lo sguardo di Graciana si sofferma prima su suo fratello, che non fa altro che tormentarsi il colletto della camicia divenuto improvvisamente molto stretto, e poi su Jaime, che altrettanto improvvisamente sembra così piccolo da non dimostrare neanche i suoi diciott'anni.
«Sei tremenda perché è come se, oltre al nostro matrimonio, tu abbia organizzato anche il loro fidanzamento» torna a sussurrare, un occhio al fotografo che non deve permettersi di riprenderla con le labbra imbrattate di pomodoro e uno agli invitati che si divertono come non mai, incuranti dei piccoli drammi ad ogni singolo tavolo. «Non s'è mai visto un ricevimento con i tavolini per due.»
«Ci sono un sacco di cose che non si sono mai viste.»
«Gella...»
«Suvvia, ti dispiace così tanto spingere i nostri piccoli idioti a dichiararsi?»
Graciana sospira, allontanando leggermente da sé il piatto quasi vuoto. «Direi piuttosto che aiuti la parte perfida di me a venir fuori, visto che non aspetto altro da due anni.»

Look up, I look up at night: planets are moving at the speed of light;
Climb up, up in the trees, every chance that you get is a chance you seize.
How long am I gonna stand with my head stuck under the sand?
I'll start before I can stop, before I see things the right way up.


«Che fine ha fatto Jorgelina?»
Graciana si aggira come un'anima in pena da almeno dieci minuti: il fotografo ha ritratto tutto l'immaginabile, dai tavoli ormai deserti e reduci da un ricevimento tutt'altro che leggero alle paillettes del vestito della zia Carlita, l'anima della festa. E Gella non è né a bordo piscina dove avrebbe dovuto essere per le ultime foto, né nelle cucine per sorvegliare che il buffet dei dolci sia pronto ad uscire, né ovunque le sia venuto in mente negli ultimi minuti. E il trucco, per l'impazienza dell'attesa, non è più perfetto come prima: Graciana corre in bagno per cercare di porre rimedio – se non si trova non si trova, c'è poco da fare: sarà lei a decidere quando riapparire davanti a tutti come per magia, con una delle sue solite smorfie infastidite a incresparle il viso appuntito – ma non fa in tempo ad armeggiare con la borsetta e il beauty d'emergenza che si ritrova una mano chiusa attorno al suo polso, calda e decisa come quelle di Jorgelina. Ed è Jorgelina, dopotutto.
«Che-» esala, prima che un dito si posi sulle sue labbra e Gella si stringa attorno a lei, schiacciandola tra il lavabo e il suo corpo in una stretta piacevole. «Dai, che dobbiamo farci le foto, è già sera» mugola tra i brividi, tenendo bassa la voce e chiedendosi come faccia a pensare a qualcosa di diverso dai piedi gonfi come mongolfiere obese.
«Ssst.»
Jorgelina fa passare le sue braccia intorno alle spalle di Graciana, costringendola ad avvicinarsi alla finestrella del bagno – nulla di particolarmente arioso né sofisticato, del resto; anche nel buio, Graciana può vedere una parte del giardino della villa, rischiarato debolmente da un lampione, e due figure abbarbicate l'un l'altra in un angolo, nascoste a tutti meno che a loro due: e non può che arrossire violentemente, riconoscendo suo fratello nel ragazzo dai capelli arruffati e dalle labbra incollate a Jaime, che tenta disperatamente di allentargli il cravattino come se ne dipendesse della sua stessa vita.
«Non credo di voler vedere di più» commenta imbarazzata, allontanandosi dalla finestrella. «E credo che non debba guardare neanche tu.»
Jorgelina rotea gli occhi, nessuna traccia di pudore sul viso al settimo cielo. «Oh, andiamo! Non-»
«Ovvio, lo volevo anch'io. Ma non è necessario guardare come... come...»
«Come fanno l'amore?» soggiunge maliziosa. «Non ci siamo mai nascoste meglio di loro.»
«Non è questo!» ribatte veemente, il rossore sempre più evidente e intenso ad ogni parola; Jorgelina scoppia a ridere e la bacia sulla fronte, prima di aiutarla a risistemare il trucco in fretta e furia.

All that noise and all that sound, all those places I got found...
And birds go flying at the speed of sound to show you how it all began;
birds came flying from the underground if you could see it then you'd understand.


«Èmil?»
Le sembra che la felicità sprizzi anche dalle dita, mentre riaggiusta i primi due bottoni della camicia di suo fratello; è vero, la sua donna potrà anche essere l'entità più diabolica dell'universo, ma è tutto merito suo e comunque non l'ama soltanto per questo. Graciana gli arruffa i capelli ancora un po' – è bellissimo sentire i suoi capelli scorrere sotto la mano, ed è bellissimo anche coi capelli arruffati – prima di sedersi vicino a lui sul muretto; Emilio le si accoccola contro, protetto dai rumori e dai suoni festanti che si affollano attorno al carrello dei dolci.
«Non farmi domande» mugola, abbarbicato al suo braccio in un tono a metà tra il lamentoso e il pretenziosamente adulto.
«D'accordo.»
Il tono soddisfatto con cui risponde costringe Emilio a guardarla in viso, le chiazze rosse che ricominciano ad allargarsi sulle guance.
«Oh, no.»
«Be', hai detto 'non farmi domande'.»
«Dimmi che non mi hai visto mentre... er...»
«Non ti ho visto mentre pomiciavi con Jaime.»
«Graça!» esclama, sull'orlo delle lacrime, prima di cominciare a ridere, e Graciana con lei. «Dio, tu e Jorga siete terribili.»
«È tutta colpa sua» si affretta a giustificarsi, ignara delle due ombre che si stanno avvicinando. «Io non-»
«Io non volevo vedere come erano belli mio fratello e mio cognato, ma la brutta sporca e cattiva demone che ho sposato mi ha costretto a guardare ogni cosa» prorompe con enfasi Jorgelina, sbucando al di là della siepe al fianco di Jaime, appena un po' imbarazzato ma ancora in grado di guardare diritto di fronte a sé, a differenza di Emilio che subito distoglie lo sguardo. «Quasi quasi chiedo il divorzio» aggiunge, sedendosi accanto a Graciana e ridendo quando suo fratello corre subito dall'altra parte, con un sorrisino.
«Ma sentitela.»
«Voi non avete visto ogni cosa, vero?» la interrompe Emilio, vagamente preoccupato anche con una mano stretta tra quelle di Jaime.
Il fischio leggero di Jorgelina si fa strada nella notte. «Non darò una mancia al fotografo. È tutta colpa sua.»
Un cameriere porta un vassoio di calici. È l'ora del brindisi.

Ideas that you'll never find, all the inventors could never design,
the buildings that you put up, Japan and China all lit up.
A sign that I couldn't read or a light that I couldn't see?
Some things you have to believe but others are puzzles, puzzling me.


«Cos'è che diceva il cartello?»
«Ah, non so. Non ci ho fatto granché caso» risponde, e poi aggiunge, come per scusarsi, «Pensavo ad altro.»
Graciana la guarda interrogativa, la valigia che compie una piroetta su se stessa con grazia inaspettata.
«Pensavo a quei due. Li lasciamo tutti soli.»
«Sei tremenda» ride, affrettandosi al check-in con una corsetta. È vero, li lasciamo tutti soli, pensa tra sé. Ed è la cosa migliore.
«Graciana?»
«Eh?» quasi incespica nelle ruote del trolley, tentando di fermarsi.
«Il nostro imbarco è dall'altra parte.»

All those signs I knew what they meant,
Some things you can invent, some get made and some get sent.


«Ti amo.»
«Oh, lo so benissimo.»
«Intendo... nonostante tutto. Anzi, ti amo anche per questo.»
Annuisce, gli occhi semichiusi a guardare il cielo che si rischiara. Non vuole più dormire con il cuscino come unico compagno. E adesso non deve neanche più farlo.

And birds go flying at the speed of sound to show you how it all began;
birds came flying from the underground if you could see it then you'd understand.
Oh, when you see it then you'll understand.




FINE

 
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